Una delle mete con maggiore diversità naturale d’Europa, monumenti spettacolari, una gastronomia decisamente completa
La Castiglia è una regione dell’entroterra spagnolo che presenta una grande diversità naturale. Nonostante sia stato un territorio molto conteso, fu con la regina Isabella, moglie di Ferdinando d’Aragona, che la storia della Castiglia divenne storia della Spagna e il territorio della regione storica fu diviso in tre regioni autonome: Castiglia-León (con capoluogo Valladolid), Castiglia-La Mancha (con capoluogo Toledo) e la regione urbana di Madrid.
Il nostro itinerario comincia con la parte sud della Castiglia-Leon.
Segovia è una città costruita su uno scosceso sperone di roccia calcarea a più di 1000 metri di altezza. La sagoma che si staglia sul limpido cielo azzurro della Castiglia è stata associata a quella di una nave di pietra. Le origini della città di Segovia restano avvolte nel mistero: sappiamo con sicurezza che era abitata in epoca pre-romana e che la stessa Roma ha lasciato una traccia indelebile con la costruzione dell’acquedotto. Ripopolata nel 1088, Segovia ha sedimentato secoli di storia affascinante. L’industria tessile e il commercio della lana fecero prosperare questa città determinando la costruzione di numerose chiese, conventi, case fortificate, palazzi e altri edifici. Oggi Segovia è iscritta nell’elenco del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Avila, un’eccellenza che ha una storia lunga e nobile. Le antiche mura, che ancora racchiudono il cuore della città vecchia sono le meglio conservate della Spagna, hanno forma rettangolare che segue il perimetro della città e bastioni che si estendono per la straordinaria lunghezza di oltre due chilometri e mezzo. Tra le cose da scoprire nel nostro viaggio ad Avila c’è certamente la cattedrale di San Salvador che si fa vanto di essere la più antica cattedrale gotica di Spagna, e il convento di Santa Teresa situato proprio di fronte alla Puerta de la Santa, nel luogo dove si ritiene sia nata Santa Teresa e costruito per ospitare le monache carmelitane.
Il terzo giorno giungiamo alla splendida “città d’oro” di Salamanca, così chiamata per l’arenaria giallo-rossa utilizzata nella costruzione di molti dei suoi edifici. Centro di diffusione della conoscenza, è la città universitaria per eccellenza, uno dei principali esempi del rinascimento in Spagna. I principali pensatori, artisti e scrittori spagnoli sono passati da qui.
Ed eccoci quindi nella parte del nostro itinerario che tocca alcune località dell’entroterra castigliano poco conosciute.
Cominciamo con La Alberca, la prima località rurale della Spagna dichiarata monumento storico nazionale. Una passeggiata per il suo centro storico consente di scoprire il sapore tradizionale delle sue case e delle strade. La piazza Mayor, a pianta quadrata e circondata da portici con colonne, continua ad essere il centro della vita sociale, mentre l’edificio religioso più rappresentativo è la chiesa parrocchiale dell’assunzione.
Il quartiere ebraico di Hervas è incorniciato in un ambiente privilegiato, sulle rive del fiume Ambroz, tra frutteti, fichi e castagni. La presenza ebraica a Hervás non durò più di un secolo, tuttavia il villaggio è uno dei segni più chiari di identità e convivenza che questa popolazione è riuscita a preservare. Il carattere tipico delle case è sicuramente l’attrazione principale di questo quartiere, dichiarato sito storico-artistico nel 1969.
Spostiamoci ora più a sud, a Caceres.
Più di una dozzina di torri presiedono il centro storico, delimitato da mura di cinta di epoca araba. Strade lastricate disseminate di case fortezza medievali e palazzi rinascimentali compongono la cartolina più bella di questa città dichiarata patrimonio mondiale dell’Umanità. La sua storia è strettamente legata ad uno degli itinerari storici della penisola: la via dell’argento, strada romana che univa Siviglia e Astorga, percorsa dai pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela. La nostra attenzione si concentrerà sul complesso della concattedrale di Santa María, un edificio gotico del xv secolo. Nelle cappelle laterali, oltre ai sepolcri e alle pale d’altare barocche, vale la pena di ammirare l’immagine del Cristo dei Blázquez o Cristo negro: secondo la tradizione, chi osava guardarla o toccarla, moriva.
La casa delle Veletas, edificata nel XV secolo sulle rovine dell’antico Alcázar. All’esterno spiccano la facciata barocca e i pinnacoli (conosciuti popolarmente come veletas, ossia banderuole) che abbelliscono la parte superiore. All’interno, sotto il cortile, si conserva in eccellenti condizioni una cisterna dell’antica fortezza ispano-araba, che potrebbe risalire al XII secolo.
Il nostro itinerario prosegue nella regione di Castiglia-La Mancha, famosa per l’artigianato, per i monumenti unici delle sue città e perché scenario delle avventure letterarie di don Chisciotte della Mancia.
Trujillo, località dove si trova l’antico convento di Santa Clara, che ospita il parador di Trujillo. Guadalupe, cittadina situata a pochi chilometri e che ospita il monastero di Guadalupe, un edificio gotico-mudéjar dichiarato patrimonio dell’Umanità. Anche a Guadalupe esiste un parador de turismo che occupa l’antico ospedale di san Juan Bautista.
Toledo, la famosa “città delle tre culture” a soli 70 chilometri da Madrid. Il suo centro storico è appassionante perché conserva integro il tracciato medievale, svelandoci un complesso monumentale incredibile e vivo, sia dentro che fuori. La cattedrale di Santa Maria de Toledo è considerata la massima espressione di architettura gotica di Spagna e una tra le più importanti a livello mondiale, sia per gli esterni decorati che soprattutto per gli interni con navate altissime, che conservano capolavori di artisti straordinari come Tiziano, Goya o Raffaello. Anche la chiesa di Santo Tomé è un’altro piccolo tesoro di Toledo. Al suo interno, infatti, si trova forse l’opera più importante del pittore detto El Greco, la “Sepoltura del conte di Orgaz”, considerata uno dei capisaldi dell’intera pittura spagnola!